Silvia
Gelli

1985, Livorno (LI)

Laureata in Scienze dei Beni Culturali, specializzata in Storia e Forma delle Arti Visive, dello Spettacolo e dei Nuovi Media presso L’Università di Pisa. Consegue il Diploma in Fotografia avanzata presso lo IED di Milano e il titolo di qualifica professionale di illuminotecnica nel cinema. Continua il suo percorso in qualità di fotografa di scena collaborando con varie realtà, dal cinema (Only you, 41 parallelo, Come il vento…) al teatro (BiancoNofit State Circus) alla musica (Sottopalco). La sua attività prende forma nel campo dello spettacolo e non solo, si avvicina alla fotografia industriale (Mose -Venezia) e alla fotografia di moda, affiancando il fotografo Arjun Mark. Attualmente frequenta il master in Fondazione Fotografia Modena al fine di sviluppare e indagare il suo linguaggio e la sua ricerca, in direzione sperimentale e autoriale, nell’ambito dell’arte contemporanea.

EXTIMITÀ (2016)

Extimità è il concetto chiave su cui si basa la mia ricerca, ancora in corso. In ogni realtà esiste un confine che segna il rapporto tra interno ed esterno. Dentro e fuori si accostano. Il loro contatto è al tempo stesso una separazione. C’è così l’interno del corpo e l’esterno del mondo: il confine cade quando la relazione fra le parti diventa un dialogo che ridisegna la realtà come un corpo unico.

L’extimità è l’esplicitazione della parte più intima di sé, è il rapporto del soggetto con la propria struttura, il tentativo e la volontà di dialogo tra mondo interno ed esterno, per una conoscenza più profonda del sé: la dialettizzazione dell’intimità come essenza interna e di relazione con l’altro.

 

IMPERMANENCE (2017)

 

Ogni cosa esistente è impermanente e testimonianza di una continua trasformazione del mondo.

L’impermanenza costituisce la natura delle cose e le immagini hanno il potere di far reimmergere l’osservatore in qualcosa che non esiste più, attivando una sensazione fisica e mentale connessa all’essenza delle cose e alla loro superficie.

Una precisa porzione del vissuto fissato con uno sguardo analitico, un momento scelto e quasi catalogato in base alla temperatura emotiva che vive in ogni singola immagine. Nel percepire l’essenza della cosa in sé, cerco di entrare fotograficamente nella sua dimensione concreta al fine di sentire e fermare quel che non permane.

Opere

Silvia Gelli, Impermanence, 2017, stampa inkjet
Silvia Gelli, Impermanence, 2017, stampa inkjet
Silvia Gelli, Extimità, 2016, stampa c-print