Clelia
Rainone

1989, Foggia (FG)

Muove i primi passi laureandosi in Nuove Tecnologie dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia e prosegue gli studi a Torino all’Accademia Albertina di Belle Arti. Qui approfondisce l’interesse per la fotografia partecipando a corsi (Get Inspired presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), esposizioni (Who Art You?, Incorporeo nell’ambito del FISAD) e lavorando sul campo.

SHUDDER NO MORE (2016)

Il luogo rappresentato in questi scatti abbandona la sua forma fisica per divenire un luogo ideale e indeterminato da cui si possono scorgere frammenti di storie e di narrazioni che non hanno né un tempo, né un luogo definito. Il mezzo analogico, attraverso la sua fisicità, veicola una ricerca di estrema autenticità: il progetto è infatti guidato dal momento e dall’istinto e si è formato senza pianificazione. Il nero che lo attraversa è assoluto –  quasi cancella lo scatto – e al contempo necessario, costruisce l’immagine, consentendo la sua permanenza a dispetto del tempo. Tempo a cui queste immagini sono state rubate, grazie all’atto liberatorio dello scatto che fissa l’istante, un attimo prima che svanisca.

 

“SE NON DOVESSI TORNARE, SAPPIATE CHE NON SONO MAI PARTITO” (2016-2017)

I contrasti sono la chiave di volta con cui leggere l’intero lavoro. Ogni cosa è vista e considerata in relazione al suo opposto; questo perché le immagini stesse sono nate da una tensione interiore, dall’amore per un luogo e la decisione di abbandonarlo. Un ultimo affettuoso sguardo indietro, prima di andare via. Affettuoso perché avvolge i luoghi in una luce dorata e delicata, ma allo stesso tempo spietato, poiché si sofferma sulle crepe della strada, sui ruderi di una masseria e sulle reti verdi dei cantieri, facendo emergere una realtà periferica crepuscolare. A fare da contraltare agli esterni ci sono delle immagini di interni familiari, caldi e accoglienti, in cui l’unica luce visibile viene, però, da quell’esterno così aspro. Le figure lo osservano, protette all’interno del focolare domestico, ma ne sono sempre circondate. Questi scatti nascono dallo sguardo dolente di chi è stato plasmato da quella periferia e vi è indissolubilmente legato e, in qualche modo, la tradisce e vi si allontana.

Il titolo fa riferimento a un verso di una poesia di Giorgio Caproni Biglietto lasciato prima di non andar via, scelta perché rappresenta quella lacerazione che si è cercato di catturare attraverso questi scatti.

Opere

Clelia Rainone, “Se non dovessi tornare, sappiate che non sono mai partito”, 2016-2017, stampa inkjet
Clelia Rainone, “Se non dovessi tornare, sappiate che non sono mai partito”, 2016-2017, stampa inkjet
Clelia Rainone, Shudder no More, 2016, stampa ai sali d’argento
Clelia Rainone, Shudder no More, 2016, stampa ai sali d’argento
Clelia Rainone, Shudder no More, 2016, stampa ai sali d’argento